Le storie sono ovunque: nascono e si intrecciano intorno a noi senza sosta, assumono forme diverse e viaggiano in ogni direzione.
La Scuola Holden, nata a Torino nel 1994, è un posto in cui si insegna una cosa chiamata storytelling. Alla lettera, significa “raccontare storie”.
L’insegnamento alla Holden è fondato su sei percorsi di studio, che abbiamo chiamato College: Cinema, Digital, Reporting, Serialità, Televisioni e Scrivere. Sei strade diverse per diventare storyteller. Ma il punto è il modo in cui insegniamo alla Holden. Da più di vent’anni siamo convinti che non ci siano confini, quando si tratta di scrivere libri, girare film, ideare videogiochi o gestire i social di un’Azienda.
Questo significa che, oltre a imparare gli strumenti del mestiere che vogliono fare da grandi, i nostri studenti imparano a cogliere lo spettacolo del mondo per trasformarlo in storie. Il primo gesto che ogni buon narratore deve fare è alzare gli occhi e guardarsi intorno, mescolando visioni e ispirazioni.
Questa App vi permette di guardare il mondo con gli occhi di chi è allenato a fare quel gesto.
Ci sono sei immagini chiave, ognuna associata a un College. Quelle immagini sono come la Tana del Bianconiglio: sono le porte d’ingresso ai sei mondi narrativi che stanno alla base del nostro insegnamento. Inquadratele con il vostro smartphone e vi ritroverete immersi nel mondo che avete deciso di esplorare. E se volete vederne un altro, vi basta inquadrare un’altra immagine.
Godetevi il viaggio.
IL MONDO DEI COLLEGE
CINEMA. Ennio Flaiano diceva che “il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile”. Che vogliate fare i registi, gli sceneggiatori o i produttori cinematografici, questo è il mondo che fa per voi se non vi spaventa muovervi, fare lavoro di squadra e vivere sul set. Non ci sono altri modi, per far nascere un film.
DIGITAL. Una campagna elettorale, un flash mob, un videogioco, il profilo social di un’azienda, il lancio di una mostra d’arte, una nuova App – dentro questa sfera ci sono storie capaci di viaggiare sui canali più diversi. Ed è l’unico mondo in cui autori e pubblico scrivono insieme le storie e allo stesso tempo le vivono.
REPORTING. Saper separare dal caos che ci sta intorno i fili delle trame più interessanti, riordinarli, organizzarli: perché “oltre a vedere le cose, bisogna anche guardarci dentro”, diceva René Burri. Ecco, Reporting è la sfera di chi è interessato alle storie che sono là fuori, di chi vuole girare il mondo e tornare indietro raccontando cose talmente incredibili da far dimenticare a tutti, per un attimo, che siano vere.
SERIALITÀ. Se pensate che la serialità abbia a che fare solo con le serie tv, vi sbagliate: I tre moschettieri furono pubblicati a puntate, e anche Oliver Twist. Oggi aspettiamo che esca il prossimo numero di The Walking Dead in fumetteria, guardiamo Game of Thrones in tv, e giganti come Amazon producono web serie. Se non sopportate la frase “e vissero tutti felici e contenti”, qui vi troverete a vostro agio.
TELEVISIONI. Un tempo si andava a letto dopo Carosello. Oggi sappiamo che dietro i piccoli schermi c’è un universo che non dorme mai: ci sono palinsesti infiniti, produzioni che inventano format incredibili, e possiamo guardare qualunque cosa a qualunque ora. Entrare in questa sfera è come perdersi in un bazar di stili, ossessioni e personaggi. Alcuni li abbiamo visti addirittura in bianco e nero, ma li conosciamo come se fossero vecchi amici.
SCRIVERE. In questo mondo il talento in gioco è saper padroneggiare la scrittura, in tutte le sue applicazioni: dai bugiardini dei medicinali alle voci delle enciclopedie, dalle poesie alle didascalie sotto i quadri di un museo, dai comunicati stampa ai claim sui pacchetti delle patatine. Parafrasando Carver, se le parole sono tutto quello che abbiamo, è meglio che siano quelle giuste.